venerdì 26 luglio 2013

Libro - "Morte in via Veneto", di Fabio Sanvitale e Armando Palmegiani

Via Veneto, la Dolce Vita. E tutto il loro corredo di immaginario collettivo, di Anite Ekberg e poi Fellini e poi il Doney e poi gli alberghi e i flash dei fotografi. Ma quel ruggente periodo è stato anche altro. E’ stato, ad esempio, anche cronaca nera. In quegli stessi anni in cui un Sogno Italiano prendeva forma e diventava leggenda, proprio in quella strada avvenivano due delitti destinati ad ...entrare nella Storia Nera del Novecento Italiano. Uno è il caso Bebawi, l’altro il caso Wanninger. Curioso, in entrambi le vittime sono straniere: come a voler provare, dimostrare quasi lo spessore internazionale che via Veneto aveva assunto in quegli anni.

Bebawi è un delitto che fa epoca. 1964. Un facoltoso industriale egiziano, giovane e bello, viene trovato assassinato e sfigurato nel suo ufficio di via Lazio. Le indagini portano subito in direzione dei coniugi Bebawi, marito e moglie. Lei è stata l’amante di lui, il marito è quello geloso che l’ha ripudiata, sì, ma la rivuole. E lei, lei, Claire Bebawi, è una donna mozzafiato. Già, ma chi dei due ha sparato? E chi ha versato l’acido per sfigurare la vittima?
Il processo Bebawi è epocale e non solo per i grandi avvocati che si daranno battaglia, da Vassalli a Leone, ma anche per la straordinaria strategia che i due imputati scelgono: accusarsi a vicenda, fino a rendere impossibile decidere alla Corte d’Assise…

Wanninger è un delitto che sembra uscito dalla penna di uno scrittore. 1963. Un grido scuote un palazzo di via Emilia. La portinaia, che sale a vedere, incontra per le scale l’assassino, che la saluta gentilmente. Sul pianerottolo del quarto piano c’è una giovane tedesca, Christa Wanninger, venuta a Roma a cercare una fortuna non ancora trovata e finita in un lago di sangue. Tempo dopo un uomo viene arrestato mentre cerca di vendere ad un quotidiano un falso memoriale sul delitto: è quest’uomo, Guido Pierri, l’assassino?
Oltre questi casi, però, ci sono anche i tanti spunti che ci offre la cronaca nera di quegli anni. Dal napoletano che vende il Colosseo, ai piccoli delitti che avvenivano a Roma, per costruire un affresco della Roma di allora, a 360°. Con una Polizia che aveva quindici automobili e banditi che facevano il classico buco nel muro.
Il tutto basato sull’esame dei fascicoli originali delle due inchieste e dei processi che ne seguirono, materiali originali che nessun altro ha potuto consultare prima di oggi.

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