venerdì 16 agosto 2013

LIBRO - "LE GRIDA SILENZIOSE DEL CUORE", di Paolo Volpi

(Recensione di Maura Picinich)

Paolo ha l’ansia di crescere e di diventare adulto, e vede nel padre un modello da emulare.
Ma la realtà familiare si rivelerà ben diversa e quel padre, che personifica il poliziotto coraggioso in difesa dei deboli, si rivelerà un violento capace di sottomettere alla sua volontà anche la sorella maggiore e la madre.
Scritto in forma di diario, l’autore si cala nei panni di un ragazzino di nove anni per raccontare una delle tante storie di violenza e di soprusi da parte di un genitore: storie di cronaca il più delle volte nascoste e taciute per timore, per un concetto di famiglia che non appartiene ormai più al nostro tempo, e che riemergono sporadiche sui giornali o alla tv quando fanno notizia per venire poi rapidamente sepolte da altre cronache.
Eppure la violenza celata nella famiglia esiste, la sopraffazione dell’adulto sul bambino è quanto mai attuale, persino la violenza sessuale sui figli è realtà. Il figlio è sacrificato al piacere dell’adulto come fosse un oggetto proprio cui si abbia ogni potere. Non restano allora che quelle “grida silenziose” di un cuore bambino che piange dentro, che si sacrifica per non far soffrire gli altri membri della famiglia e non renderli partecipi di quel rito sacrificale che si perpetua nel silenzio della notte.
Con un ritmo serrato l’autore ci porta dentro la storia, ci fa vivere un’esperienza che sulla psicologia della fanciullezza ha molte ripercussioni a livello di crescita.
Direi che, anche se il protagonista è un bambino, il libro è adatto soprattutto agli adulti ed entra nel novero di quella letteratura realista che trae spunto dalla attualità, per focalizzare l’attenzione su un tema che cointeressa educatori, insegnanti, assistenti sociali, spesso a contatto con situazioni difficili dei loro alunni ma mai liberi di agire. Quanta verità c’è nelle parole di un bambino che dice e non dice, come farla emergere senza violentare psicologicamente la sua psiche già duramente provata.
Interessante e sorprendente a mio avviso la soluzione finale proposta dall’autore. Qualcosa va salvato, nonostante tutto, perché, e Paolo Volpi ce lo dimostra, la famiglia è ancora un valore e in qualche modo va ricomposta.
Un libro da leggere tutto d’un fiato, ma poi ripensato, perché non possiamo esimerci da constatare innanzi tutto le colpe di noi adulti, spesso avulsi dalla realtà infantile.

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